Castlevania The Dracula X Chronicles - Recensione + Video

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  1. SUPREMO KING™
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    Piattaforma: PSP
    Produttore: Konami
    Sviluppatore: Konami
    Distributore: Halifax
    Genere: Action – Platform
    Età consigliata: 12+
    Multiplayer: non disponibile
    Requisiti: Memory Card con almeno 544 KB di spazio libero
    Data di uscita: Disponibile
    Lingua: Italiana

    Una storia millenaria

    C’era una volta…
    Un uomo di immenso sapere, votato alla scienza. Egli sposò una bellissima fanciulla che purtroppo si ammalò e morì pochi anni dopo il matrimonio. Il suo compagno, fin’ora fedele servo della chiesa, rinnegò Dio, incolpandolo di averlo abbandonato nel momento del bisogno. L’uomo decise dunque di spogliarsi della propria umanità e divenire una creatura della notte consacrata interamente al male. Nacque così il più famoso vampiro che la storia possa ricordare: Dracula.

    Rivisitando il capolavoro di Bram Stoker, e modificandone i punti salienti, Konami è riuscita nel corso degli anni (dal 1986 circa) a creare una versione del racconto altrettanto indimenticabile. Ma non finisce qui: il vampiro ottenne ben presto poteri inenarrabili, tanto da venir considerato la più oscura tra le forme di vita. Ma in fondo al cuore celava ancora un tocco di sottile umanità, grazie a cui poté innamorarsi nuovamente di una donna. Purtroppo il fato volle infierire nuovamente: la giovane che prese in sposa fu accusata di eresia e stregoneria, un reato punito all’epoca con la morte. Ella morì tra le fiamme di un rogo, lasciando soli il marito e il figlio (donatogli prima di andarsene… qualcuno ha detto Alucard?). Dracula perse allora ogni briciolo di compassione mutandosi nell’essere più malefico del mondo intero e riversando l’odio che covava su tutti gli uomini. Espanse l’ombra del male per l’intera Transilvania e il popolo cadde in disgrazia, preda di malattie, fame, paura e morte. La speranza divenne una favola per ingenui bambini e nessuno credeva più in essa. Ma la fortuna volle che una stirpe di prodi guerrieri, antica quanto lo stesso conte Dracula e forte di poteri altrettanto spaventosi, si ergesse contro il vampiro: i Belmont, un clan il cui destino è legato, e sempre lo sarà, al loro eterno rivale. Si, perché se ucciso, il conte è in grado di risorgere ogni cento anni, oppure ogni qualvolta viene rievocato sulla terra da anime sofferenti. Ma i Belmont nel corso dei secoli non hanno mai tradito il loro compito e attenderanno per sempre l’insorgere del signore oscuro, stringendo tra le mani la fedele “ammazzavampiri”.

    Il gioco che andiamo esaminando riprende le vicende narrate in Rondo of Blood, capitolo apparso su PC-engine svariati anni fa e mai approdato in Europa. Ringraziamo tutti in coro mamma Konami per averci concesso il privilegio di rivivere un’esperienza tanto intensa quanto lo fu il leggendario Symphony of the Night (tra l’altro inserito come bonus, ma di questo parleremo in seguito).


    Un ballo di sangue

    L’inizio ci catapulta nella metà del XVIII secolo. Il protagonista è l’ultimo discendente del nobile clan dei Belmont: Richter. Egli deve porre fine all’opera di un oscuro prete chiamato Shaft. L’eretico intende donare nuova vita al signore oscuro di tutti i vampiri e delle creature demoniache, Dracula. Per farlo non esita a sacrificare una giovane donna e spezzare centinaia di altre vite in nome del conte. Il caos dilaga nelle vicine città, dove orde di mostri e malefiche entità invadono le strade uccidendo gli abitanti. Annette, la giovane promessa in sposa a Richter, viene fatta rapire e portata nel castello di Dracula, insieme ad altre 3 ragazze vergini. L’eroico cacciatore di vampiri non tarderà ad arrivare, armato di coraggio e “vampire killer” (una frusta leggendaria che i Belmont si tramandano da generazioni). Lo scontro col male sta per iniziare e nulla di buono si preannuncia quando il servo più fedele di Dracula si presenta al cospetto di Richter: il Mietitore! Osservando la confezione del gioco, si nota subito il sottotitolo che i più troveranno bizzarro. “the Dracula X Chronicles”. Il perché di una tale scelta è presto spiegata: quel che davvero abbiamo tra le mani è un remake, prevalentemente potenziato dal punto di vista grafico, dell’originale Dracula X: Rondo of Blood. Il titolo in questione apparve, come già detto qualche riga più in alto, su PC Engine, console destinata a restare esclusa dai territori nostrani. Di conseguenza, se non tramite il mercato d’importazione (ma all’epoca era tuttavia una alternativa poco sfruttata) risultava impossibile procurarsi il titolo. E fu un vero peccato: RoB rappresenta l’ultimo episodio di stampo “classico” prima che il ciclone SOTN stravolgesse, in positivo, la saga e ne mutasse lo schema principale. In esso si fusero i migliori elementi fino ad allora concepiti, elevati poi all’ennesima potenza. Senza ombra di dubbio stiamo parlando dell’esponente più fiero della serie, insieme al già citato SOTN ed altri episodi apparsi su NDS. Tuttavia, sebbene il gioco non giunse ufficialmente in Europa, i fan occidentali pretesero da Konami una conversione per console già presenti sul vecchio continente. Il desiderio fu solo in parte realizzato; Rondo of Blood divenne lo scialbo e castrato Vampire Kiss (tradotto in USA con Dracula X), che non riusciva a ricreare pienamente l’atmosfera originale. Ma dopo quasi dieci anni di attesa (un ritardo bello evidente) finalmente i più accaniti sostenitori di “Castlevania” potranno godersi un prodotto di notevole fattura, legato alle vecchie tradizioni. L’acquisto è consigliato perfino alle nuove generazioni, che vedranno nell’upgrade grafico uno stimolo accattivante.

    Un vampiro poligonale

    I puristi vedranno le modifiche aggiunte alla grafica come un affronto. Tuttavia è impossibile negare l’ottimo lavoro svolto da Konami non solo nel ricreare gli ambienti classici già apparsi in RoB, ma anche nell’abbellirli con nuovi dettagli. Il level design è dunque ineccepibile; fedelissimo alla struttura originaria, non fa che guadagnare una qualità visiva suggestiva e impressionante. Talvolta si corre il “rischio” di preferire il nuovo approccio stilistico poligonale rispetto al vecchio sistema di sprite e animazioni bidimensionali. Il difetto principale a cui si presta un simile mutamento è riscontrabile nella perdita di colori. È indubitabile che la terza dimensione, forte di un’inscindibile profondità, sfoggi tonalità spente e meno varie al paragone con la controparte originaria. In rarissime occasioni tutto ciò porta a constatare modelli tridimensionali “plasticosi” e inverosimili, privati di una certa vitalità. Fortunatamente si tratta di esperienze occasionali, difficili da osservare una volta immersi nel mondo perfettamente ricreato in cui il titolo ci getta.
    I personaggi si adeguano egregiamente all’universo succitato. Richter, tuttavia differente rispetto alla sua primissima apparizione, è adeguatamente rivestito con particolari apprezzabili anche se poco vistosi. Medesimo discorso per Maria (personaggio secondario, sbloccabile nel corso dell’avventura). Sul profilo delle animazioni era effettivamente possibile impegnarsi maggiormente. Il tentativo di trasporne le stesse azioni che muovono i Belmont negli episodi a due dimensioni, non convince pienamente. La marcia di Richter perde leggermente credibilità e risulta inizialmente inverosimile. Col tempo ci si abitua, comunque, a tale “anomalia” che appare in seguito accettabile. Il salto e l’attacco non presentano, invece, il problema ravvisato camminando e ciò contribuisce ad affievolire ulteriormente il difetto in questione. Si potrebbe, tutto sommato, spendere parole equivalenti per la controparte femminile. Maria è animata degnamente anche se è avvertibile, durante il suo utilizzo, una senso di legnosità (niente affatto fastidiosa o predominante in vero). Identico il discorso relativo ai nemici. Ma stavolta è difficile riscontrare aspetti negativi, del tutto soppressi da una incredibile varietà. Demoni, armature viventi, scheletri, e tante altre creature popolano i vari livelli e ad ogni passo una nuova bizzarria ci si parerà davanti. Tutti fedeli rappresentazioni dei nemici che abitavano RoB, sia ripensando all’aspetto fisico che alle movenze e gli attacchi.

    Fruste e masochismo

    Addentriamoci nel vivo dell’azione e vediamo cosa ha da offrirci il nuovo Castlevania. Partiamo dal presupposto che in molti, tra i novizi nati con l’era Playstation, si mostreranno restii di fronte al gioco. Mancano i vari elementi introdotti con l’avvento di SOTN: elementi gdr, backtracking, acquisizione di nuove abilità necessarie al proseguimento ecc… tuttavia non si deve scordare che la saga si era già fatta un nome in passato ed e facile capirne il perché. Mettiamo quindi da parte dubbi e pregiudizi così da gustarci pienamente un’avventura che sa di genuino classicismo. A prima vista “the Dracula x chronicles” si presenta come un banale platform, simile ai vari esemplari dominanti nell’epoca dei 16 bit. Basta però impugnare il pad (in questo caso l’intera console) per rendersi conto del madornale errore valutativo. Il nostro alter ego virtuale deve attraversare una serie di livelli costellati da nemici agguerritissimi e temibili. Come se non bastasse, trappole, precipizi e stregonerie d’ogni tipo intralceranno la missione prefissata. Per contrastare le forze occulte, l’eroe di turno avrà a disposizione una sola arma all’apparenza inutile, una frusta. Ma non è questo un gingillo qualsiasi, trattandosi di un oggetto alchemico antichissimo impregnato di forza umana e vampiresca. Un simile potere è in grado di annientare i nemici e gli avversari più feroci. Nel corso dei vari viaggi sarà anche possibile reperire una serie di armi secondarie, utilizzabili solo pagando una certa quantità di mana (qui rappresentata, come è consueto nella saga, da piccoli cuoricini). Tra di esse si elencano il coltello, l’ascia da scagliare, acqua santa, un magico testo sacro e un orologio con cui poter domare il tempo. Tali strumenti prevedono una attacco base e uno detto speciale, che necessita un consumo superiore di magia. A seconda dell’arma prediletta, si possono istituire varie strategie combattive, così da poter procedere secondo l’approccio più adeguato alle nostre esigenze.
    Qui di seguito è riportato un aspetto caratteristico del gioco impossibile da giudicare quale pregio o difetto, perché risulta estremamente soggettivo; stiamo parlando della estrema difficoltà di alcuni passaggi, soprattutto nella parte conclusiva. I nemici diventano man mano più potenti e difficili da annientare, nonché notevolmente agili. I trabocchetti mortali aumentano a dismisura e in molti potrebbero non apprezzare. Infine, al termine di un livello, un Boss interverrà sbarrandoci il cammino. Già nelle fasi iniziali occorre una certa pratica per padroneggiare i controlli, forse non sempre fluidissimi come in passato, e sconfiggere così queste creature imponenti. Bisogna munirsi di pazienza e tentare finché non si riesce (o fino allo scadere delle batterie).
    Una volta completata l’avventura principale, non sperate di aver visto tutto quanto il prodotto abbia da offrire; si tratta questo di un gioco ricolmo di segreti. Ogni livello presenta una via lineare a cui si oppone una strada alternativa pronta a condurci verso nuovi orizzonti. Si apriranno così le porte a scontri e livelli mai visti in cui si nascondono le 4 vergini rapite da trarre in salvo. Una di esse, Maria, si unirà nella ricerca donandoci le sue capacità incantate. Le altre si limiteranno a porci arnesi utili a scovare oggetti prima inarrivabili. Per condire il tutto i programmatori hanno ben pensato di aggiungere al minestrone delizioso una serie di tracce audio, sparse nei livelli, da rinvenire e riascoltare. Ultima chicca, che potrebbe addirittura giustificare l’acquisto di una PSP, è l’inserimento di altre due vecchie glorie videoludiche dentro l’UMD; l’originale Rondo Of Blood, tradotto in italiano, e il mai troppo amato SOTN, forte di un doppiaggio tutto nuovo.

    Che la caccia inizi

    Se tutto quel che avete letto sin’ora non è bastato a darvi un idea del prodotto, non dovete comunque dubitarne la pregiatissima fattura. Chiunque possieda una PSP dovrebbe procurarsi il nuovo,/vecchio Castlevania e godersi svariate ore di quel sano divertimento lievemente scemato ai giorni nostri.

    VIDEO:


    Fonte: http://recensioni-videogiochi.dvd.it/
     
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